Le piante grasse sono perfette come pianta d’appartamento perché solitamente hanno dimensioni ridotte, così come è ridotta la loro velocità di crescita. Ne esistono oltre 10mila tipi diversi, appartenenti a una cinquantina di generi, ma, dal punto di vista dell’aspetto esteriore, è uso suddividerle in due grandi famiglie: le succulente (non spinose) in cui l’acqua è immagazzinata nelle foglie che assumono così consistenza carnosa come per esempio nelle Kalanchoe o nelle Echeveria; i cactus senza foglie o con foglie trasformate in spine per ridurre la superficie traspirante. Il fusto è compatto, poco ramificato che funziona come un vero e proprio otre vegetale capace di garantire acqua per più di un anno.Il vero pericolo è costituito dai ristagni d’acqua nel terriccio, che possono far marcire le radici.

È quindi preferibile coltivarle in vasi di terracotta, che favorisce l’evaporazione. Sono ritenute piante facili da coltivare perché sopravvivono anche se trascurate, potendo ovviare alle dimenticanze più gravi che per le normali piante d’appartamento avrebbero conseguenze mortali.
Le innaffiature vanno fatte soltanto quando il terriccio appare completamente arido: ogni 4-5 giorni durante l’estate quando fa molto caldo, se la pianta è in fioritura ed esposta al sole; anche una sola volta al mese d’inverno, sufficiente per evitare che le radici secchino.
In ogni caso è sempre preferibile una carenza d’acqua piuttosto che un eccesso: nel primo caso si può rimediare con un’abbondante innaffiatura, nel secondo si provocano invece rapide e pericolosissime malattie fungine.
Le piante grasse non necessitano di costanti concimazioni, basta usare fertilizzanti con microelementi a inizio primavera.
Non è nemmeno necessario continuare a rinvasare le piante, infatti alle piante grasse piace stare nei vasi anche se con poca terra.
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