Come nasce una collezione da una Mania
La collezione di Piante grasse rare, gli Astrophytum di Cactusmania
Gli Astrophytum sono piante native dell’America Centrale che in Asia hanno trovato il loro massimo splendore attraverso decenni di ibridazione e di selezione. Un lavoro di ricerca che è arrivato fino a Cactusmania che negli anni ha raccolto diverse specie e soprattutto cultivar.
Ad Annarita, così come a Mimma, gli Astrophytum piacciono dal punto di vista estetico, a Neris piacciono per le diverse forme che riescono ad assumere con il tempo che passa. Gli Astrophytum sono piante lente, che crescono pacatamente e che mostrano le loro caratteristiche con il tempo, i loro lineamenti con il maturare delle piante.

In tanti si sono lasciati affascinare dagli Astrophytum, uno dei primi ad appassionarsi degli Astrophytum è stato chi gli ha dato il nome e li ha catalogati, il signor Charles Antoine Lemaire, botanico, giornalista e scrittore francese conosciuto dagli appassionati di piante grasse perché l’abbreviazione Lem compare spesso accanto ai nomi delle piante grasse. Come appare in un bell’articolo di frizzifrizzi.it, Lemaire è “autore di diverse pubblicazioni, illustrate e non, negli anni ’40 dell’800 Lemaire curò un volume intitolato Iconographie descriptive des cactées. Prodotto dal libraio ed editore parigino Cousin, contiene diverse tavole illustrate opera di un artista del quale non sono giunte fino a oggi altre informazioni a parte il cognome e un’iniziale del nome: M. Maubert. Tali tavole sono state restaurate in digitale da RawPixel”.
Mentre mi documentavo sugli Astrophytum ho scoperto due cose stupende:
- FrizziFrizzi: tutto da guardare e da leggere e
- Charles Antoine Lemaire che, come il signor Julien Marnier-Lapostolle che ha nominato la Dyckia marnieriana lapostollei, ha passato la sua vita a definire e catalogare piante grasse.
Gli Astrophytum di Lemaire, che sono arrivati fino a Cactusmania, sono piante grasse della famiglia delle Cactaceae.

Il nome deriva dalla parola greca astèr (stella), per la caratteristica forma a costole che dall’alto lo fa somigliare ad una stella e phytòn cioè pianta. Gli Astrophytum hanno un fusto globuloso formato da quattro ad otto sezioni divise tra di loro da solchi più o meno profondi. I fiori gialli o giallo-rossi si sviluppano dalle areole presenti alla sommità del fusto. La caratteristica fondamentale degli Astrophytum è la presenza di numerosi puntini bianchi in rilievo distribuiti in modo caratteristico sul fusto delle piante.

Il ruolo di queste puntinature non è chiaro, si pensa che serva per mimetizzare le piante. Infatti spesso gli Astrophytum si trovano in natura in ambienti sassosi con pietre di natura calcarea chiara. Lo scopo della mimetizzazione è quello di ridurre la possibilità di distruzione da parte di animali che cercano cibo e acqua nelle piante grasse. Le puntinature possono funzionare anche per proteggere il fusto della pianta dai forti raggi solari e per trattenere più efficacemente l’umidità.

A noi piace pensare che gli Astrophytum si vogliano vestire in modo eccentrico per potersi esprimere. Abbiamo notato che chi colleziona Astrophytum ha una forte motivazione e spesso sono persone eccentriche. Come racconta Roman Pavlica nel suo libro “Astrophytum Japanese hybrid” molti dei collezionisti e selezionatori giapponesi di questo genere sono dei veri e propri designer, cioè persone dedite alla forma al, disegno.

Le donne di Cactusmania adorano gli Astrophytum per il ricamo, caratteristico di ogni singola pianta, una espressione botanico artistica, grafica e fortemente mondana. A me, Matteo Ragni, piacciono le forme degli Astrophytum perché sono espressione del lavoro e del genio dell’uomo. Le piante della collezione di Cactusmania sono in maggioranza cultivar, cioè forme create dall’uomo, dal lavoro manuale di ibridazione dei fiori, raccolta dei semi, coltivazione e pazienza, e anche una grande sensibilità, un tocco di follia o di genio che spinge persone all’apparenza comuni, a dedicare la loro intera vita a una singola specie, ad ogni piccola forma e mutazione.

Tutte le forme degli Astrophytum si sono originate da semine successive, dove chi ha selezionato le diverse forme le ha scelte per la rarità, la loro peculiarità.

La collezione di Cactusmania si basa sulla forma della pianta e sui lineamenti delle piante ma anche sul colore e sulla forma dei fiori. Neris e Flavio Agrosi, amico e grandissimo collezionista pugliese, hanno composto la collezione di Astrophytum Rari di Cactusmania.

Una collezione di ibridi, tutti pezzi unici selezionati da Cactusmania, coltivati a lungo e selezionati per la loro ipnotica unicità.
Guarda la scheda che Dana Frigerio di Blossomzine ha preparato per Cactusmania anzi per CactusZine per aiutarci a capire tutte le caratteristiche degli Astrophytum.
Scarica la scheda di Blossomzine cliccando QUI.
Tutti da queste parti preferiamo gli Astrophytum non innestati. Spesso però, le piante dalle forme uniche si innestano per accelerarne la crescita ed evitare i problemi di marciume radicale.

Piccole note di coltivazione e manutenzione della collezione di Astrophytum
Spesso gli Astrophytum vengono indicati come piante difficili da coltivare. Io credo che gli Astrophytum, così come tante altre Cactaceae abbiano bisogno che i loro tempi vengano rispettati. Di certo si deve partire dal terriccio che ospiterà le nostre piante. Per gli Astrophytum il substrato deve essere tutto minerale, si può usare la pietra pomice, il lapillo o del setacciato dell’akadama. Il punto è che l’acqua deve sempre scorrere, mai rimanere a contatto della radice. Un piccolo segreto è quello di usare del carbone vegetale pestato da incorporare nel terriccio per tenere lontano i funghi.

Quando si sceglie un terriccio tutto minerale si deve bagnare regolarmente nel periodo vegetativo, concimando a scadenze regolari con concime per piante grasse (con un titolo: N 1 – P 2 – K 3 cioè 10 parti di azoto, 20 di fosforo, 30 potassio). Anche l’acqua e il concime non devono restare a contatto delle radici ma devono scolare facilmente (per questo meglio aggiungere sul fondo del vaso del lapillo grossolano). Gli Astrophytum devono essere coltivati in un ambiente molto luminoso ma con luce filtrata (non sole diretto), non necessariamente caldo. In inverno si devono interrompere completamente le bagnature fino a fine febbraio, marzo, fino a quando cioè la luminosità e la temperatura non iniziano ad aumentare.

Le piante non devono scendere sotto 1°C e devono rimanere asciutte. Questo periodo di riposo è fondamentale e non deve essere per nessun motivo interrotto per non incorrere in marciumi. In primavera si deve riprendere l’irrigazione in modo ordinato, regolare, avendo molta cura che il terriccio sia molto asciutto tra una annaffiatura e l’altra. I rinvasi possono essere eseguiti anche ogni tre o quattro anni. La riproduzione avviene per seme; il suo grosso seme andrà depositato, senza essere pressato, in un letto di terra mista a sabbia e mantenuto ad una temperatura di circa 21°C, inizierà a germogliare in brevissimo tempo e avrà bisogno di essere trapiantato in pomice quando la pianta è grande come un fagiolo.
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Bellissima!
io sono innamorato degli astro!!!
grazie per questa perla!!!